Le guerriere del sole

30.03.2019

Racconto del mese a cura della III H 

Il racconto del mese vuole essere un tributo alle donne che in ogni parte del mondo si attivano, anche in condizioni di povertà e disagio, per migliorare la loro condizione e quella dell'ambiente che le circonda

Liberamente ispirato all'iniziativa di Green Energy Africa  per la promozione delle energie rinnovabili nei paesi in via di sviluppo, questo breve racconto della classe 3 H ci porta in Kenya a conoscere le "guerriere del sole".


                                                          Le guerriere del sole[1]

Qualche anno fa, in una tribù Masai [2] che viveva in un piccolo villaggio lungo il fiume Tsavo in Kenya, non lontano dalla città di Mombasa, la giovane Abba, che aspettava un bambino, si ammalò a causa di una malattia respiratoria provocata dal kerosene[3], che in molti villaggi era utilizzato per alimentare le lampade e le stufe che servivano a illuminare e riscaldare le piccole capanne. 

Abba era amata da tutti, era una giovane allegra e generosa e la sua morte lasciò in tutti una grande tristezza. Le migliori amiche di Abba, Ima e Badù, profondamente addolorate, andarono dal capo villaggio a chiedere consiglio: avevano notato che la malattia che aveva ucciso la loro amica era sempre più diffusa, soprattutto i bambini si ammalavano sempre più spesso a causa dei fumi del Kerosene e del monossido di carbonio[4] dei fuochi sempre accesi per cucinare e riscaldare le capanne, che non avevano finestre e quindi si riempivano di aria irrespirabile.

 Il capo villaggio diede loro ragione, ma come fare a meno di quell'unica fonte di combustibile? Non avevano l'elettricità, non c'erano alternative! Ma le giovani donne erano decise a fare qualcosa, non volevano più usare il Kerosene, dovevano trovare un'alternativa. 

Allora radunarono le altre donne del villaggio e decisero di andare nella missione vicina, dove avrebbero potuto informarsi per cercare una soluzione. Il capo villaggio non fu molto contento di questa decisione, loro alla missione ci mandavano i bambini a scuola o ci andavano per le medicine se necessario, ma questo era un fatto diverso. 

Cosa avrebbero potuto risolvere quegli stranieri, che avevano contribuito all'inquinamento e all'inaridimento della loro terra? Ma le donne, guidate da Ima e Badù, andarono ugualmente, ben decise a risolvere il problema. 

Il responsabile della missione, Padre Allen, accolse le donne con gioia: conosceva il problema e sperava di poter aiutare a risolverlo, ma non osava intromettersi nelle questioni del villaggio. Chiese tempo e partì per Nairobi, la capitale, dove avrebbe sicuramente trovato una soluzione. 

Padre Allen tornò dopo alcuni giorni insieme a due responsabili di un'associazione che si occupava di energie rinnovabili, la Green Energy Africa[5] e organizzò un incontro con le donne del villaggio. 

I responsabili dell'associazione proposero alle donne dei pannelli solari portatili e delle lampade ad energia solare. Ima e Badù rimasero stupefatte: davvero quegli aggeggi si caricavano con la luce del sole? Loro di sole ne avevano a volontà ed era "gratis": a loro sembrava un miracolo, una magia! 

I tecnici mostrarono il funzionamento delle lampade e ne donarono 10 al villaggio. 

Già dopo qualche settimana nel villaggio la vita iniziò a migliorare: nelle capanne si respirava meglio, non si doveva più fare la guardia ai recinti del bestiame, minacciati di notte dalle iene e dai ghepardi e i bambini quando studiavano, usavano luce non inquinante. 

Anche il capovillaggio dovette riconoscere che quei pannelli e quelle lampade erano la soluzione ideale. 

Dopo qualche tempo, i responsabili della Green Energy Africa tornarono al villaggio per incontrare Ima e Badù e far loro una proposta: portare in altri villaggi i pannelli e le lampade solari che avrebbero acquistato da loro a costi bassissimi, rivendendoli. 

Le due amiche accettarono con entusiasmo e, insieme alle donne del villaggio, iniziarono la loro missione: andare ogni giorno, a piedi e con gli asinelli, di villaggio in villaggio a vendere fotovoltaici a prezzi molto bassi per farli comprare a più gente possibile. In poco tempo quest'iniziativa si diffuse in tutto la regione del fiume Tsavo, e molte altre donne dei villaggi vicini seguirono l'esempio di Ima e Badù, che come guerriere, non si erano arrese alla morte della loro amica Abba, ma avevano lottato e trovato una soluzione affinché non accadesse più a nessun altro una simile sciagura. 

Oggi queste donne continuano a portare "la luce" in tutti i villaggi del Kenya e da tutti sono ormai soprannominate le "Guerriere del sole".



note al testo: 

[1] Racconto liberamente tratto dall'iniziativa della Green Energy Africa, che sta diffondendo le energie sostenibili in Kenya, formando le donne dei villaggi, che poi vendono i pannelli solari portatili unite in cooperative convenzionate con l'associazione.

[2] Masai:  popolo nilotico (cioè originario della regione del Nilo) che vive sugli altopiani intorno al confine fra Kenya e Tanzania. Considerati spesso nomadi o semi-nomadi, sono in realtà tradizionalmente allevatori transumanti, e oggi spesso addirittura stanziali.

[3] Kerosene: miscela liquida di idrocarburi, incolore, infiammabile, utilizzato principalmente come combustibile. Se inalato in luoghi chiusi e per lungo tempo, può causare malattie respiratorie.

[4] Monossido di carbonio:  gas velenoso particolarmente insidioso in quanto inodore e insapore, viene prodotto da reazioni di combustione in difetto di aria (cioè quando l'ossigeno presente nell'aria non è sufficiente a convertire tutto il carbonio in anidride carbonica, infatti si sprigiona soprattutto durante le combustioni in ambienti chiusi.

[5] Green Energy Africa: è un'impresa sociale registrata in Kenya che mira alla fornitura di soluzioni di energia pulita attraverso tecnologie energetiche rinnovabili e sostenibili.

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